Cartoline – Se la politica risponde con il silenzio
Due notizie che ti complicano la vita. Quella civile, intendo. Perché tocchi con mano il degrado della politica e della sua gestione, il degrado della giustizia e della sua amministrazione.
La prima. Il presidente del consiglio viene contestato dai “No Dal Molin” durante un convegno. Intelligentemente, il moderatore De Bortoli dà la parola a una rappresentante dei manifestanti che spiega le ragioni della protesta e il rifiuto di concedere altre basi militari a Bush e agli USA. Prodi fa finta di ascoltare e quando la portavoce ha terminato, con totale disinteresse prosegue la sua relazione dal punto in cui si era interrotto. Allucinante, umiliante. Un altro mito, se tale era, che finisce sotto le scarpe. Alla fine esce da una porta secondaria e alla tv dice che la decisione presa non cambia. Ancora più allucinante, se si collega l’atteggiamento di Prodi al fatto che la protesta non ha inciso sul voto di maggio.
La seconda. Il ragazzo minorenne imputato dell’omicidio dell’ispettore Raciti a Catania non è più ritenuto colpevole (il lavandino non c’entra niente, lo hanno detto i RIS dei carabinieri). Però resta in carcere. Ci sta da quattro mesi. Perché? Per gli altri reati che gli sono contestati. Quali? il più grave è resistenza aggravata, cioè avrà cercato di ripararsi la testa dai colpi di tonfa e, se ha la testa dura, ne avrà magari incrinato qualcuno. Previti, invece, continua ad essere membro del parlamento nonostante sei anni di reclusione passati in giudicato e che deve trascorrere, povero vecchio, presso i servizi sociali. Qui non mi sento allucinato o umiliato. Provo sinceramente schifo.
(Giuliano Giuliani)