Ilva – Bulloni come souvenir ma silenzio sul futuro

Ricordate il meccano? Prima della televisione non stop c’era lui. Quando nei lunghi pomeriggi il palinsesto offriva uno schermo grigio, puntellato dalle onde del fuori programma, i ragazzi aprivano le scatole di montaggio e con quei pezzi – barrette piatte e bulloni – facevano miracoli. Pomeriggi in cui il tempo rallentava, in cui i giochi respiravano con i bimbi, in cui nonni facevano il riposino e bisognava stare zitti, fare piano. Ed anche il tempo sembrava allungarsi come in uno sbadiglio di sollievo. Il meccano. Che meraviglia.


E’ sgusciato dal mio passato una settimana fa. E’ una politica davvero originale quella genovese. Sorprende per silenzi e iniziative. Ha l’immediatezza di un simpatico buffetto, di una carezza radiosa, di un salto nel passato. Perché è chiaro, questa storia dei bulloni di Cornigliano sembra uscita da una favola. Nel quartiere del tempo che fu, oppresso dai fumi del drago siderurgico, il lieto fine – l’abbattimento delle aree nelle quali il mostro si alimentava – è stato festeggiato regalando alla cittadinanza festosa i bulloni di un gasometro, racchiusi ciascuno in bustine contenenti una foto ricordo del sito industriale. Simbologia della svolta, dell’inizio di un nuovo corso, della nascita di una nuova era.
Tra loro – gli abitanti del quartiere – c’era chi si ricordava, sì proprio lì, della spiaggia e del mare, e c’era chi nel mostro nefasto aveva speso i migliori anni della propria vita. Passeggiavano riconoscendo luoghi, scorci, di un’area dove avevano lavorato e che adesso veniva restituita al quartiere. Come il muro di Berlino – ha commentato la stampa cittadina – e quindi proprio come per il muro si regalano i pezzi di questo primo abbattimento. Segno tangibile di speranza e gioia.
Ma che ne faranno adesso dei bulloni? E gli altri pezzi di questo meccano politico quando verranno regalati? E di tutte le aree che ne sarà?
Pare che i cassintegrati dell’Ilva – in attesa di rientrare al lavoro in quelle aree nel 2008 – vaghino come “pellegrini” ponendo domande sul loro futuro lavorativo. Timidamente alzano la mano e chiedono alle istituzioni che ne sarà di loro. I politici non sanno e se sanno tacciono.
Si inventano i bulloni.
(Giulia Parodi)