Cartoline – Da Gentile una lezione sull’ordine pubblico

A Lecce, invitato dall’Unione degli studenti, ho avuto un esempio non proprio edificante di come può essere utilizzato il problema dell’ordine pubblico. I ragazzi avevano programmato al mattino una manifestazione per ricordare Carlo e Genova e al pomeriggio un dibattito presso l’università. Il ritardo dell’aereo non mi ha permesso di prendere parte al corteo, ma ho potuto constatare che erano state allestite misure di sicurezza quanto meno esagerate.


E’ vero che prevenire è meglio che reprimere, ma sedici blindati e la mobilitazione del reparto antisommossa dei carabinieri di Taranto in tenuta confacente mi sono parse misure davvero improprie ed eccessive. C’erano ragazze e ragazzi delle scuole, non quelli della sacra corona unita, che purtroppo infestano, spesso indisturbati, il comprensorio salentino. Un’intera scolaresca ha rinunciato alla dimostrazione, perché i professori che l’avevano accompagnata hanno responsabilmente deciso di rientrare. In compenso, la stampa locale aveva enfatizzato le preoccupazioni per possibili disordini e violenze. A maggio, a Lecce, si vota. Capito l’antifona?
A proposito di manifestazioni su di giri, ho letto in un bel libro di Vittorio Foa (“Questo Novecento”) che Giovanni Gentile, non proprio un estremista di sinistra quindi, dovette tenere in parlamento una relazione sulle proteste dei braccianti. Ai prefetti non chiese di verificare il comportamento dei manifestanti, ma le loro condizioni di lavoro e di esistenza, e quando lesse i resoconti davanti a parlamentari che lo ascoltavano sconvolti, concluse invitando gli agrari a intervenire per migliorare quelle condizioni.
Parliamo di un secolo fa: è davvero un guaio che in qualche caso la storia non si ripeta!
(Giuliano Giuliani)