Quattroruote – Non rende la difesa dalle armi improprie

Le luminose sulle autostrade ci ammoniscono: l’automobile è un’arma impropria, il suo uso imprudente può portare al crimine, una cospicua percentuale di questi crimini nasce dall’eccesso di velocità. Facciamo un paragone con una delle cose che più offendono il nostro senso comune, per quello che riguarda gli Stati Uniti: a casa loro, una rivoltella o un fucile –che sono semmai “strumenti di difesa” impropri, dato la loro natura di armi “proprie”– sono liberamente disponibili a chiunque abbia i soldi per comperarle. Nessuna disposizione ne vieta l’acquisto e l’uso, mentre è ovviamente vietato usarle per omicidi o stragi, come troppo spesso accade. Il tutto –ed è questo che offende il nostro senso comune– senza una minima vigilanza sulla personalità dell’acquirente e sulle sue giustificazioni al possesso di una pistola o d’altro.


Torniamo a noi: se un’automobile ad alta velocità può condurre ad un crimine, perché si costruiscono macchine in grado di produrre alte velocità? Sotto un certo profilo, la situazione è ancora più assurda ed ipocrita della situazione americana che abbiamo descritto: perché se in America un limite alla vendita delle armi potrebbe configurarsi come un processo alle intenzioni, da noi esiste un limite di velocità che rende a priori inutili macchine che vadano molto al di là di quel limite. E’ ingenuo chiedere che si traggano logiche conseguenze da questa riflessione? Occorre una decisione europea, naturalmente: e l’obbligo per le automobili importate di adeguarsi alla nuova situazione. Ma se si pensa che dalla pericolosità della macchine nascono l’obbligo delle cinture, dell’air bag, e domani –magari– quello della “cellula di sopravvivenza”… si può anche capire quale fonte di “buoni affari” sia il chiudere un occhio su una macchina pensata e costruita per essere un’arma impropria.
(Luigi Lunari)