1° Maggio Fiom – Gli slogan sull’unità e la realtà Ilva
Martedì 1° maggio Francesco Grondona – segretario Fiom – ha inviato un appello su Repubblica-Lavoro in cui invita all’unità tutti i lavoratori. Ci piace e ci rassicura. Perché è il segno che siamo in democrazia e la libertà di pensiero è salva.
“Una vecchia canzone operaia”, scrive, “definiva il primo maggio come il giorno di chi crede nel futuro con lotta e coraggio. Questo deve essere il senso che ancora oggi deve avere il primo maggio”. Dopo questo incipit passa all’analisi, davvero desolante, del lavoro dipendente “relegato ai margini della società stessa, dimenticato ed oscurato da una politica spettacolo, che francamente offre uno spettacolo schizofrenico della politica” ricordando che “la lotta per la difesa dei lavoratori è più attuale che mai”. Cita la mancanza di sicurezza, le buste paga più basse d’Europa, gli infortuni, la richiesta continua di flessibilità e la precarietà, indicando quelle sacche che subiscono tutto questo come la nuova linfa dalla quale il sindacato trarrà energia. Infine, con un approccio alla difesa della pace e alla lotta contro le guerre capitaliste, chiude con la parola d’ordine “lavoratori di tutto il mondo unitevi”, “divisi i lavoratori sono un numero, uniti sono una forza”.
Francesco Grondona è un uomo intelligente. E’ noto per la sua capacità di raccogliere intorno a sé gli scampoli di una classe operaia esangue. E’ colui che – durante la vicenda della chiusura dell’altoforno a Cornigliano – gridava ai suoi: “Ragazzi! Bocce ferme!”. Una sua parola era determinante su un blocco stradale, sull’uscita con i mezzi industriali o sul rientro al lavoro. Francesco Grondona è parte di quei pochi sopravvissuti che si riconoscono in Lotta Comunista. Non vota. Né per le amministrative. Né per le comunali. Né per le provinciali. E nemmeno per qualsivoglia referendum, perché la linea di questo gruppo si riconosce nell’astensione totale da qualsiasi traccia sulle schede elettorali politiche. Tuttavia la penetrazione di Lotta Comunista in Fiom è forte ed ha fornito buona linfa all’elezione di Grondona. Il sindacato è infatti l’unico organo nel quale Lotta Comunista accetta il criterio della candidatura e dell’elezione. Spiegare tutto questo a un bambino è difficile. Giustificarlo, impossibile.
Ma Francesco Grondona – detto Franco – il primo maggio ha perso un’occasione. O forse due. La prima è fare il punto sulla questione Acciaierie: condizioni di lavoro degli operai ancora presenti, stato dell’arte dei progetti in corso, trasferimento di uffici operativi a Milano. La seconda raccontare ai lettori come immagina questa unità – così lontana finanche nella sua stessa fabbrica – dei lavoratori di tutto il mondo che come un tsunami abbatteranno barriere, ingiustizie, vessazioni.
La nostra infinita gratitudine, se vorrà approfondire.
(Giulia Parodi)