Cartoline – Da dove si comincia con la legalità
Gran bella città Berlino. Assolutamente vivibile. Servizi funzionanti, verde. Salari e stipendi mediamente più alti dei nostri e costo della vita inferiore, in particolare per gli affitti e il mangiare. Trovi appartamenti a trecento euro al mese. In un asilo nido il costo è di circa settanta euro al mese, ma se in famiglia c’è un solo reddito o se i figli sono più di uno è gratuito. E infatti in giro vedi un sacco di bambini, senza bisogno delle prediche sulla famiglia di Ruini e della Binetti. In compenso non hanno i Cimoli e i Tronchetti “dell’infelicità”, tanto meno quello di Arcore. Poveretti, saranno tristi! Soprattutto i giovani! Perciò l’amministrazione mette a loro disposizione centri di aggregazione, di svago e di socializzazione. Da noi si chiamano sociali e per averli bisogna occuparli, anzi okkuparli. Questione di latitudine. O forse no.
In uno di questi centri, lungo la Sprea, che è il fiume di Berlino, si è svolta una festa: tre giorni di concerto con una quarantina di gruppi di mezza Europa. Il tutto finalizzato alla raccolta fondi e alla organizzazione delle manifestazioni no global di giugno contro l’ennesino inutile G8 di Heiligendamm. Mi hanno invitato a parlare di Genova e non posso fare a meno di raccontare un episodio che giudico straordinario. Quando sono arrivato, accompagnato dal responsabile dell’organizzazione della festa, davanti la stretta porta d’ingresso per accedere alle grandi sale interne c’era una lunga coda. Poco più in là la porta d’uscita, sorvegliata da un vigoroso addetto, quasi un armadio. Chi mi accompagnava ha chiesto di farci entrare da lì, in fondo lui era il capo e io l’ospite di riguardo della serata. Neanche a parlarne. Ho fatto la coda con un’enorme soddisfazione interiore. Avevo visto confermata l’idea che le regole, cioè la legalità, devono essere rispettate prima di tutto da chi (non vorrei esagerare nel caso specifico) sta in alto.
Soddisfazione, ma anche invidia. Perché da noi c’è chi pensa invece che debba cominciare dal basso: dai lavavetro, dai Rom accampati sul fiume, dalle birre degli studenti dopo le nove di sera. Mai, neanche per sbaglio, che possano cominciare da, o almeno includere, gli inquinatori, qualche padrone che fa lavorare i Rom in nero e sui ponteggi senza alcuna norma di sicurezza, qualche commerciante che la birra te la fa pagare molto più cara del dovuto. Mai. Questione di latitudine. O forse no.
(Giuliano Giuliani)