Informazione – Braccianti delle news due giornalisti su tre

Lo sapevate? In Italia sono 30.000, uno più uno meno, coloro che fanno, bene o male, i giornalisti; e 20.000 di loro, ossia due su tre, sono precari, senza tutele né diritti, sottopagati, sfruttati. Vivono in condizioni che un magistrato del lavoro, Mario Fiorella, ha paragonato ai “peggiori settori dell’edilizia e dell’agricoltura”, manovali e braccianti, pagati pochi euro lordi ad articolo per riempire pagine di giornali, riviste, spazi radiotelevisivi. Se aggiungiamo che questa “forza lavoro” è formata in gran parte di giovani, ne esce un quadro abbastanza inquietante anche per il futuro della categoria quindi dell’informazione.


Il presente è già sotto gli occhi di vuol vedere. Che grado di autonomia, diciamo pure di dignità professionale, può avere un poveraccio costretto a scrivere pezzi e pizzini a cottimo per sbarcare il lunario? Con quale forza il tapino può cercare di resistere a una linea che ha bisogno di prodotti sempre più adatti a un pubblico infantile se non idiota?
Contiene storie di violazioni e soprusi, ma anche di scelte miopi del potere editoriale, il “Libro bianco sul lavoro nero” di recente pubblicato dalla Federazione nazionale della stampa (sindacato unitario dei giornalisti). Si tratta di un documento che aiuta a capire varie cose: compreso il rifiuto aprioristico che da mesi e mesi gli editori oppongono alla trattativa per rinnovare il contratto di lavoro, con l’obiettivo del ritorno alla deregulation di un passato da giungla che si credeva sepolto.
A tanto oltranzismo non sono estranei neppure certi scenari prossimi venturi. Anche l’Italietta provinciale ha scoperto che il New York Times punta a diventare un giornale on line, non più di carta; e se gli USA tracciano il solco, non c’è da stare molto allegri. Il futuro prevede, in alto, giornali nazionali sempre più in rete, e in basso fogli locali monopolizzati, ancor più che adesso, da nera e sport. Ora, si dà il caso che proprio la cronaca minuta, insieme a portali e siti Internet, siano il terreno di coltura dove maggiormente prospera il fenomeno dell’abusivato; c’è da aspettarsi insomma che i braccianti delle notizie crescano, anziché diminuire.
(Camillo Arcuri)