Mistero Cornigliano – Le centrali iraniane più aperte dell’Ilva

“Accordo di programma Ilva: funziona?”. E’ il titolo di un articolo apparso sul Corriere di Sestri Ponente il 1° aprile che spiega: “abbiamo sentito le voci di alcuni lavoratori e di un rappresentante sindacale per tirare le somme di quante cose sono andate avanti sino ad oggi. La sorpresa è stata che i pareri sono diametralmente opposti. I lavoratori attualmente occupati all’interno della fabbrica asseriscono che le ristrutturazioni che stanno andando avanti riguardano solamente la bonifica del capannone della vecchia acciaieria per l’inserimento di una nuova linea di zincatura; per il resto è tutto fermo!”.


Niente decatreno, e nemmeno nuova centrale termoelettrica. Il pezzo descrive la forte preoccupazione dei lavoratori, sia all’interno che all’esterno della fabbrica – 650 sono in cassa integrazione in attesa di tornare al lavoro sui nuovi impianti – specificando che su queste basi non più di un centinaio di dipendenti potrà tornare all’Ilva nel 2008. Il giornalista però ha raccolto anche il parere di un sindacalista: “non si deve assolutamente essere preoccupati”, “investimenti e ristrutturazione stanno procedendo come previsto”.
Più si avvicina la scadenza dell’accordo, più pare impossibile verificare lo stato dei lavori alle acciaierie. Non c’è giornalista, esperto, politico che sia in grado di offrire dati verificabili o di esporre sinteticamente cosa Riva farà o cosa reputi meglio non fare sulle aree a lui destinate. Nel microcosmo genovese accade la stessa cosa che è successa nella politica internazionale per l’Iran, con la differenza che il paese arabo ha accettato le visite degli ispettori dell’Agenzia per l’Energia Atomica delle Nazioni Unite e Ahmadinejad sta valutando di aprire i suoi impianti ai turisti stranieri, per dimostrare gli scopi pacifici del programma nucleare iraniano. Sulle aree Riva si contendono il campo sistematicamente due versioni opposte di testimoni attendibili – sindacato e lavoratori – e due verità, per non parlare dell’infinità progetti.
Insieme al pezzo del Corriere di Sestri Ponente, va segnalata la voce insistente che gira all’esterno e all’interno dell’Ilva, di altri 400 dipendenti che verranno messi in cassa integrazione ordinaria – senza la possibilità di rientrare in alcun accordo di programma – a causa della crisi della banda stagnata. Se la tragica previsione fosse attendibile sarebbero fuori dal ciclo siderurgico ben 1050 lavoratori.
Il pacchetto – di problemi e voti – dovrebbe interessare il futuro sindaco, più incline all’ascolto in campagna elettorale. La questione acciaierie è di una delicatezza estrema, esige l’assunzione politica di responsabilità e garanzie. Con la speranza che “La gente di Liguria” e “Per una nuova stagione” non siano solo seducenti nomi per vincenti liste elettorali.
(Giulia Parodi)