Dibattito – Per non dimenticare il caso Welby
Nei quasi quattro mesi che sono trascorsi dalla morte di Piergiorgio Welby, i media si sono per lo più disinteressati dei temi (accanimento terapeutico, testamento biologico, eutanasia) che la scelta di Welby ci chiedeva di affrontare. Fanno eccezione il numero 1/2007 di MicroMega, che dedica al tema 90 pagine e alcuni articoli di giuristi, fra i quali vale la pena di ricordare quello di Gustavo Zagrebelski (“Il giudice, la legge e i diritti di Welby” su Repubblica del 19 marzo). Ancora Repubblica (31 marzo) informa delle condizioni poste dal cardinale Barragan (Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute) ad una eventuale legge che preveda il testamento biologico.
Recentemente, il GIP del Tribunale di Roma non ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura nel procedimento penale a carico del dott. Mario Riccio, il medico che si è assunto la responsabilità di fare quello che Welby chiedeva. E quindi possibile che il dott. Riccio possa trovarsi a affrontare un processo per un grave reato.
Pur nell’attuale apparente disinteresse dei media e della politica, tra chi vuole continuare ad occuparsi del tema dell’autodeterminazione del paziente c’è il Centro culturale valdese che ha promosso un dibattito presso il tempio di via Assarotti 21, il 13 aprile alle ore 17, cui, oltre a chi scrive, parteciperanno il prof. Franco Henriquet (presidente associazione Gigi Ghirotti), il prof. Alberto Gottlieb, neurochirurgo, e il pastore Ruggero Marchetti; il dibattito verrà moderato dall’avv. Waldemaro Flick.
(Anna Ivaldi)