La lettera – Poco costruttiva la vostra critica
A me sembra che OLI serva essenzialmente a voi che ci scrivete. Serve a voi, a darvi uno status, a farvi sentire utili, o addirittura importanti. Per noi lettori, invece, la vostra rivista è un vizio, la cui assunzione lascia dietro di sé la cenere della delusione, il rovello dell’amarezza, lo sconforto dell’impotenza. Un esercizio masochistico, che ci conferma i peggiori sospetti sul mondo in cui viviamo, e quindi su noi stessi, perché noi siamo il nostro mondo. Noi vorremmo pensarci buoni, ma OLI ci ricorda in continuazione che viviamo in un mondo cattivo, un sordido impasto di egoismo, ipocrisia, cinismo, avidità. E noi? La politica non rappresenta la società (seppure in modo “selettivo” – termine carino per dire “distorto e iniquo”)? E’ possibile che una società sana produca una politica marcia? Possiamo ritenerci innocenti? O (ipotesi più convincente) siamo tutti colpevoli?
Voi forse vi siete cullati nell’illusione di interloquire con il potere, di influenzarlo con la ragionevolezza delle vostre osservazioni, con la forza del consenso che potevate raccogliere. Avete peccato di idealismo, la versione filosofica del narcisismo.
Come tutte le mosche cocchiere, avete forse creduto di essere protagonisti di chissà quale epico scontro, di conficcare le vostre lance acuminate nel ventre del mostro, fino a farlo scoppiare. Le lance erano di carta, il mostro è più forte di prima, e forse i vostri lettori sono già stufi di avvilirsi senza costrutto.
Certo non è compito di una newsletter costruire alternative.
Ma può dar voce a chi lo fa. Può sprigionare energie positive, aiutarle a trovare la via di una costruzione, di un progetto, di una condivisione. Questo darebbe un senso alla critica, anche la più feroce. Davvero la società è totalmente inerte? Non esprime nulla di buono, di costruttivo, di alternativo? C’è molta confusione, molti movimenti inconsulti, molta ingenuità, ma è tutto da buttar via? Non c’è nulla che meriti attenzione e incoraggiamento, nonostante eventuali, anche gravi, manchevolezze? Oppure, semplicemente, la torre d’avorio in cui state asserragliati rispecchia la vostra stanchezza, la vostra disillusione, la vostra personale resa?
(Vlad)