La lettera – Politicamente corretto fare domande difficili
Avete un bel dire voi di Oli, così politicamente corretti, che la tal cosa è stata sottovalutata dai giornali o la tal altra dai tg, quasi bastasse bacchettare tizio e caio per restituire credibilità all’informazione. Riuscite al massimo a metterci qualche pezza, fate insomma i tappabuchi. Senza accorgervi, o fingete di non notarlo, che è il silenzio perbenista e opportunista, di cui si ammanta l’attuale società, media compresi, a impedire la trasparenza, il controllo democratico di quella che era stata promessa come la casa di vetro.
Ai tapini come chi scrive (ovvero la maggioranza della gente che lavora, paga le tasse e subisce) sono permesse solo delle domande, fine a se stesse, in quanto destinate a rimanere senza risposta. Partiamo da Genova? Come mai il porto, sempre a corto di spazi operativi, è stato privato qualche anno fa dell’area della Fiumara, la sua naturale prosecuzione, trasformata in un quartiere lunare, per i buoni affari della speculazione edilizia? Possibile che basti il logo di Coop 7 o 8 che sia per ridare verginità e via libera ai cementieri del peggior passato? E che cosa sta succedendo ora nell’ultima area verde di via Liri, dove nuovi e vecchi palazzinari si sono alleando con le stesse coop ottenendo disco verde per un’ennesima sfacciata operazione a spese dell’ambiente e della vivibilità?
Vogliamo continuare, allungando lo sguardo da Genova a Roma e ritorno? Domandiamoci allora perché mai un governo di centrosinistra, che vuole imprimere una svolta moralizzatrice dopo i profondi guasti -indiscutibili- del berlusconismo, non sente il bisogno, prima ancora di toccare gli interessi di tassisti, farmacisti e via con le categorie privilegiate, di intervenire sullo scandalo del costo della politica: insomma procedere d’ufficio all’autoriduzione delle indennità (come tali esentasse) dei parlamentari che sono le più alte d’Europa. Gli onorevoli, si fa per dire, si beccano circa 20.000 euro al mese (benefit compresi), e sui loro parametri vengono calcolati gli emolumenti delle varie cariche in regioni, province e comuni, con una ricaduta a cascata di proporzioni gigantesche. Ma tutti fanno finta di niente, anzi sembrano d’accordo nell’aumentare queste spese improduttive con nuove invenzioni, come a Genova i municipi
Pensate un po’ se Prodi e Bersani avessero invece la forza di tagliare questi sprechi: non sarebbe un bell’esempio, per smentire che il pesce puzza sempre da a capa? Non credo che qualcuno di quelli chiamati in causa si prenderà la briga di rispondere.
(lettera firmata)