Acciaierie – Se il problema Ilva diventa scommessa

C’è un bellissimo numero in carta patinata del Liguria Business Journal titolato “Il patto d’acciaio”. C’è un programma dettagliato degli interventi, una mostra sulla trasformazione delle aree industriali e finanche il filmino delle interviste ai cassintegrati a far da prologo al convegno sulla siderurgia genovese lunedì 12 marzo.
In carne e ossa sono presenti Emilio Riva con il giovane figlio Daniele, Francesco Grondona segretario Fiom, Sergio Migliorini stessa carica per la Cisl, Mario Ghini responsabile Siderurgia Uilm, Claudio Burlando, presidente della Regione, gli assessori comunali Bruno Gabrielli, Mario Margini, Giovanni Facco, Piero De Biasi, responsabile p.r. industriali dell’Ilva, Alberto Ghio, a.d. di Sviluppo Genova, il presidente della Provincia di Genova Alessandro Repetto, e infine il ministro del Lavoro Cesare Damiano.


C’è anche un signore, davvero anziano, che ama dare il suo contributo a tutti gli incontri del Centro civico di Cornigliano prendendo la parola con strepiti e urla, incapace di attendere il suo turno. Instabile, quasi come la storia della riconversione delle aree di Cornigliano, questo vecchio – seduto accanto ad un Emilio Riva un po’ a disagio – sembra incarnare rabbie e umori di un accordo dal quale tutti i presenti sono coinvolti. Brandisce il bastone minaccioso per poi chetarsi. Vuole dire la sua. La platea lo riconosce sfumando tra risa e timore, cercando di arginarlo.
Tra il pubblico scivola un appello: “Sei cassintegrato? Allora firma”. Poche frasi per dire che sarà bene monitorare, perché “trasferimenti di uffici a Milano” e “voci di mobilità, modifiche, assestamenti dell’accordo” alimentano timori concreti sul futuro dei lavoratori.
Qui ed ora tutti fanno il punto. Come in una partita a poker le istituzioni mostrano le carte dei progetti e dei numeri. Erzelli, IIT con la Scuola di alta formazione siderurgica dell’ILVA saranno davvero una piattaforma dalla quale partire per immaginare occupazione e rilancio. I milioni di euro da investire vengono ricordati, con i piani di bonifica, la nuova strada a mare, le aree da restituire al quartiere e al porto – migliaia di metri quadri – di cui si occupa la società Sviluppo Genova. Il Comune, “che ha trasformato un costo sociale in opportunità”, è riuscito grazie ai 390 cassintegrati a suo carico a portare a termine 218 interventi in aree verdi, 186 interventi in manutenzione stradale, 36 interventi nell’accoglienza turistica. Il tutto per un arco di tempo di 36 mesi di CIGS per un massimo di 650 persone in esubero dall’ILVA distribuite negli enti locali. E manca poco più di un anno al reintegro dei lavoratori in acciaieria.
E i Riva? De Biase spiega che le riconversioni siderurgiche hanno sempre lasciato a spasso molti occupati. E che in questo caso si cerca di fare qualcosa di diverso. Per la gestione degli esuberi l’ILVA lavora in stretto contatto con gli enti locali. Il piano industriale si sviluppa in un arco di cinque anni. E’ un’attività complessa. Fa parte della scommessa e dell’impegno. Nessun dato concreto fa da incipit al suo intervento. Decatreno o linea di zincatura, che dovrebbero star dentro ad un discorso compiuto su un piano industriale serio, non vengono nemmeno sfiorati. La parola “scommessa” aleggia tra la platea dando corpo a quel senso di precarietà, incertezza, fatalità, tanto italico quanto fastidioso. Scommessa. “Comunque vada” precisa Franco Grondona “a Luglio del 2008 rientreranno tutti in fabbrica. In questa certezza ho la speranza che rientrino con l’accordo”.
Il vecchio urla tra un intervento e l’altro: “I comunisti mi tolgono la parola!”
Il ministro Damiano apprezza molto la lettera dei lavoratori. Certo, se ne farà garante.
(Giulia Parodi)