Far prima i giudici e poi diventare PM
Dopo tanti annunci e notizie anche contraddittorie, il disegno di legge delega approvato alla Camera e trasmesso al Senato per la definitiva approvazione prevista per l’autunno, realizza una vera e propria separazione delle carriere tra Giudici e Pubblici Ministeri.
I magistrati in servizio potranno infatti, entro un brevissimo termine, chiedere di passare a funzioni diverse rispetto a quelle che stanno esercitando e se vi saranno posti e verranno ritenuti idonei potranno farlo; dopodiché nessun altro passaggio dall’una all’altra funzione sarà consentita.
Nei concorsi per l’ingresso in magistratura i candidati dovranno a loro volta effettuare una scelta vincolante con una unica possibilità di modifica, alquanto limitata, dopo un triennio.
La riforma verrebbe ad incidere pesantemente sul nostro sistema costituzionale e non risolve minimamente i problemi della giustizia, ma anzi li aggrava.
Si dice: il PM é troppo legato al Giudice che difficilmente si discosta dalle sue valutazioni.
E’ come dire che non si può avere fiducia nell’appello visto che é affidato ad altri Giudici.
In realtà il PM é colui che ha il potere di promuovere l’azione penale, deve cercare e valutare le prove a carico ma anche quelle a discarico e se le prove che acquisisce non sono sufficienti, ha il dovere di non procedere.
Nella sua attività utilizza la polizia giudiziaria, ha mezzi e strumenti che nessun cittadino può avere.
In conseguenza tanto più resta all’interno dell’ordinamento, tanto più potrà mantenere un certo grado di obbiettività, di indipendenza, essere permeato da quello che viene chiamato senso della giurisdizione.
Invece un PM sganciato, dotato come é di ampi poteri e di enormi mezzi, sempre più parte e sempre meno obbiettivo, legato a filo doppio alla polizia e magari al potere politico, é difficilmente contrastabile dal cittadino e soprattutto dai poveracci e quindi enormemente più pericoloso.
In realtà la via maestra per risolvere il problema che viene prospettato sarebbe semmai l’opposta, quella di accrescere appunto il senso della giurisdizione, magari stabilendo che si può diventare PM solo dopo aver svolto le funzioni di Giudice per un certo periodo.
Vincenzo Paolillo (avvocato)