Incontri – Cultura, non consumo, per i giovani latinos
Alla biblioteca Berio si ha l’impressione che, per un collasso della materia, i confini mondiali si siano ristretti. L’occasione è la conferenza (10 Febbraio 2007) che ha accompagnato la donazione di quasi duecento libri in lingua spagnola da parte del consolato ecuadoriano, ed in particolare dell’Universidad Técnica di Loja. Tanti italiani, tra cui molti frequentatori sabatali della biblioteca, altrettanti latinoamericani.
L’occasione è singolare, per una volta non si tratta di emergenze legate alla sicurezza e all’ordine pubblico, eppure le gangs sono nominate da quasi tutti i relatori, per cominciare da un insolito Borzani, che abbandonati i toni retorici, si ferma fino alla fine dell’evento e risponde puntualmente a tutte le domande sollevate dal pubblico. In apertura evidenzia subito il nesso tra la donazione dei libri ed i problemi che la seconda generazione si trova ad affrontare, problemi trascurati o sottovalutati per troppo tempo in virtù di un’apparente vicinanza linguistica e culturale tra l’Italia e l’Ecuador in particolare, l’America latina in generale.
I ragazzi soffrono, argomenta Borzani, anche perché sono giunti in Italia ad un’età superiore rispetto a quella dei minori africani, che hanno trovato nella scuola elementare un supporto di mediazione culturale. La scuola media e quella superiore al contrario non hanno saputo creare gli strumenti per sopperire al disagio dell’emigrazione. La G2, seconda generazione, soffre per la mancanza di modelli culturali, ai quali sopperisce con l’accesso ai consumi. Non ultimo, elemento critico l’accanimento mediatico contro i giovani latini, identificati automaticamente con lo stereotipo delle gangs.
Vari interventi dal pubblico parlano di una realtà di artisti, musicisti, uomini di cultura provenienti dall’America Latina che oggi non trovano i canali per venire allo scoperto e non possono quindi impedire la desertificazione di modelli appartenenti alla cultura d’origine per i giovani latinoamericani. Si respira nelle parole dei presenti una sorta di risveglio consapevole: non è stato possibile pensare alla cultura finché l’unico obiettivo era provvedere ai bisogni materiali; la seconda generazione ha messo tutti, italiani e no, di fronte all’evidenza che il bisogno culturale è altrettanto indispensabile.
(Eleana Marullo)