Liguria – Devianza minorile, è qui il primato

Lo scorso 29 gennaio Adriano Sansa, presidente del tribunale dei minori, in una intervista alla Gazzetta del Lunedì ha reso pubblico un suo motivo di allarme: a Genova sta aumentando il numero di ragazzi “in pericolo”, minori stranieri non accompagnati, oppure che fanno parte di nuclei familiari disgregati o che non possono garantire un sostegno educativo sufficiente, ragazzi vittime attuali o potenziali dello sfruttamento, ed esposti a cadere a loro volta nel circuito della devianza, che infatti cresce; pare che la Liguria abbia il più alto tasso di delinquenza giovanile in rapporto alla popolazione minorile (rilevazioni del Dipartimento di Scienze dei processi conoscitivi).


Nel contempo il tribunale dei minori è sotto organico del 35%, e si trova privo delle condizioni minime per fare fronte ad un fenomeno che viene esaltato dagli squilibri esistenziali che ogni processo di migrazione porta con sé: un processo analogo si verificò negli anni ’60 a seguito della forte immigrazione dal Sud. Nella sua intervista Sansa ad un certo punto dice che “I politici devono capire che la delinquenza minorile è un’emergenza sociale che può incidere sulla società del futuro e non solo sull’oggi”; e poco più oltre aggiunge: “Anche la Regione latita su questo problema. Io vorrei accrescere al massimo tutta la parte che riguarda i servizi sociali: lavorando insieme si può fare qualcosa di buono”.
Difficile dare torto al giudice Sansa quando si prenda in mano la legge “Norme per l’accoglienza e l’integrazione sociale delle cittadine e dei cittadini stranieri immigrati”, che la Regione Liguria sta per varare: poteva essere un’ottima occasione per affrontare il problema, ma, nel testo che viene distribuito il giorno della discussione in Consiglio regionale, tutto quel che si può trovare in merito sono queste poche parole: [Inserire: h) garantire la tutela dei minori stranieri, con particolare attenzione per quelli non accompagnati] che appaiono come un’aggiunta dell’ultimo minuto, che galleggia priva di ancoraggi in un testo legislativo in cui petizioni di principio e obiettivi si affollano senza che vengano indicate le priorità di intervento e di spesa.
Viene in mente la stanzetta in cui gli operatori del Comune che devono provvedere al “collocamento urgente” dei ragazzi segnalati, combattono la loro battaglia perennemente frustrata tra incongruenze legislative, penuria dei fondi ed insufficienza dell’organico.
(Paola Pierantoni)