Partecipazione – Il silenzio e le voci degli innocenti

Il tema del dibattito – l’invito arriva via mail – “Prove tecniche di partecipazione e nuove municipalità”, al circolo “I Carruggi” del 22 gennaio (ore 17), organizzato dallo schieramento che sostiene Sanguineti, è ghiotto: fin troppo ricco (sette relatori, tutti di spessore, più il moderatore). L’affollamento dei temi (dalla crisi dei partiti e il rinnovamento della politica, fino alla valenza partecipativa delle nuove Municipalità) è a rischio di congestione. E non è una pratica da sbrigare e chiudere in fretta. L’ultimo intervento del dibattito, dalla platea, lo conferma. Chiede di riprendere in maniera più articolata gli argomenti passati in rapida rassegna. L’occasione è da non perdere, dice, specie a fronte del confronto politico in corso in città: desolante e affetto da personalismi.


Alcuni relatori hanno fatto del loro meglio per presentare l’istituzione dei Municipi come un passo importante verso la “partecipazione”. Giorgio Ferraresi, della “Rete del Nuovo Municipio”, non ci sta. Sostiene che circoscrizioni, o i nuovi municipi che verranno istituiti con le città metropolitane, non hanno nulla a che fare con la partecipazione. Sono enti locali come i comuni già esistenti, con attribuzioni e modalità di funzionamento simili (cambia solo la scala di grandezza) e lo stesso sistema di elezione. Partecipazione secondo Ferraresi significa che la società civile sta dentro le istituzioni senza perdere la propria autonomia, esercitando un potere decisionale senza diventare ceto politico. Senza conflitto, ricorda, la partecipazione non esiste.
Dal pubblico giungono contributi interessanti, inattesi. Una signora di S. Olcese racconta di un comitato di cittadini che da mesi attende invano la risposta del sindaco (con cui pure si danno del tu) a una lettera su pressanti problemi di dissesto idrogeologico. Un’altra signora ricorda che fino a non molto tempo fa i semplici cittadini potevano partecipare volontariamente alle sedute di commissione delle circoscrizioni, ma poi ciò non è più stato possibile e sono stati istituiti i gettoni di presenza per i consiglieri. E si domanda: qual è il significato partecipativo di aver accorpato le precedenti 16 circoscrizioni, riducendole a nove, mettendo insieme situazioni eterogenee, come Castelletto e Centro Storico? Un giovanotto chiede se partecipazione non significhi avere un potere decisionale.
Conclude Sanguineti. Parla a lungo sul fatto che le persone debbono dialogare tra loro, e disserta sull’odio di classe. Non una parola sui temi del dibattito.
(Pino Cosentino)