Fondamentalismi – I crociati dei presepi nemici degli alberi

I giornali hanno riportato la notizia di tre deputati del partito di Casini che, avendo evidentemente poco da fare, si sono presi la briga di trovare a ridire sul fatto che l’IKEA, in occasione del Natale, non esponga e non metta in vendita presepi, ma solo alberi di Natale. Di due personaggi non ricordo neppure il nome, così poco mi interessa, il terzo è quel Luca Volonté sempre in testa alle battaglie fondamentaliste per le cosiddette “radici cristiane”, che qualche tempo fa mandò una lettera a tutti i parroci, usando carta e francobolli della Camera dei Deputati, con l’invito a spedirgli le giaculatorie di loro conoscenza, che l’onorevole avrebbe fatto confluire in un libro devozionale per l’edificazione dei bimbi e dei giovinetti cristiani. Per chi non lo sapesse le giaculatorie sono brevi invocazioni al Padreterno, alla Madonna e ai Santi, (tipo Gesù, Giuseppe, Maria vi dono il cuore e l’anima mia) in uso nella tradizione cattolica di un tempo e magari anche in quella di oggi, per chi le conosce, ci crede e le usa.


Qualche riflessione: questi onorevoli, tutti presi dal bisogno di difendere la tradizione cattolica del presepio, pretendono ora che anche gli svedesi dell’IKEA se ne facciano carico. Si saranno accorti che presso altre culture o confessioni, come quelle dei paesi nordici, a Natale si festeggiano l’albero, o le renne – e in Svezia, oltre l’albero, Santa Lucia, colei che porta la luce (a Natale il sole entra nel solstizio invernale) – e non si fa il presepio, tradizione più strettamente cattolica e mediterranea? Questi cattolici che tremano solo all’idea di dover subire l’imposizione delle culture e del credo altrui, non esiterebbero ad imporre agli altri le proprie. Segno che il fondamentalismo non è una prerogativa solo dei musulmani, ma circola in casa anche dei cattolici.
Il presepio è una tradizione apprezzabile per quanti in esso si riconoscono e se possono lo trasmettono agli eredi, ma non può essere imposto a tutti, mettendolo per esempio negli ingressi degli uffici pubblici come qualcuno vorrebbe, in nome delle “radici cristiane”. Possibile non esista su questa terra un po’ di buon senso comune, che consenta a ciascuno di rispettare il proprio credo e contemporaneamente di fare salvo quello degli altri? La seconda riflessione nasce dal sospetto che tanto zelo “cattolico” sia strumentale, funzioni cioè per attirare consensi. Vedete come siamo buoni noi, sembrano dire questi onorevoli: ci battiamo perché la nostra cultura (e il nostro mercato) non sia inquinato da elementi estranei, da tradizioni pagane, da tutto ciò che viene dal demonio. Noi sì che difendiamo la famiglia e i suoi valori. Votateci. Il miglior castigo sarebbe ignorarli del tutto.
(Giovanni Meriana)