Precari ed ex – Quell’incerto destino ai margini del lavoro

Che clima c’è alla scuola edile di Borzoli lunedì 19 dicembre? E’ arrivato il freddo. In sala molti cassintegrati che entrano e escono, parlano, fumano nella zona esterna. Sono operai e impiegati Ilva pronti a sentire notizie sulla tredicesima – che nessuno riconoscerà loro – sul rientro alle Acciaierie di Cornigliano, e sui nuovi impianti promessi nell’accordo. Certo non è semplice. Più di seicento persone fuori dall’azienda che Comune, Provincia e Regione si sono presi in carico, con quel senso di carità che in nessun accordo è stato esplicitato ma che aleggia nell’aria da quando sono entrati negli enti locali a ritmo di trecento, cinquanta alla volta, da più di un anno. “Ancor grazie”, sembrano dire sindacati e istituzioni, “perché senza di noi chissà cosa sarebbe successo”.


Ma questa vicenda siderurgica, che ostinatamente si ripiega su se stessa con tutti i suoi soggetti riuniti in assemblee, in incontri segreti con assessori regionali, sindacato, prefetto, ripropone una gestione del problema lavoro incapace di guardare vicende simili e altrettanto aberranti. Per esempio in Comune e in Regione. In quanti sono con il contratto in scadenza? A quante ore verrà rinnovato? Per quanto tempo? Per chi lavorano? A che ufficio sono assegnati? Promettono che i cassintegrati Riva rientreranno in azienda l’8 di agosto 2008 . Ma i loro compagni di viaggio come sono messi? Lavorano per le cooperative? Impossibile contarsi. E ascoltarsi.
Mentre Margini, Vincenzi e Sanguineti giocano il ruolo dei protagonisti in una storia senza programma, loro, quelli del lavoro “ancor grazie”, “non so se c’è il rinnovo”, non hanno una segreteria nella quale incontrarsi, sezioni da consultare, giornali che diano voce alla loro storia. Ma sarà bene che si attrezzino. Contandosi.
Nelle caste degli enti locali la loro è la più bassa, è il luogo dove ruoli, competenze e parole perdono senso, dove la convenienza viene spacciata per carità. E le mansioni possono fluttuare con elastica scioltezza a seconda delle criticità. Con loro, ai limiti della casta, stagisti di passaggio, universitari retribuiti solo con la formazione che si faranno nell’ente. Non par vero. Siamo di sinistra.
(Giulia Parodi)